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È il 1942 quando in una famiglia della borghesia piemontese, abitante a Paesana, località alle pendici del Monviso, tutti gli uomini vengono richiamati alle armi. Tra loro: Erminio di 22 anni e, in seguito, Iuccio, il figlio più piccolo, di soli 17 anni. La madre vedova, due sorelle da poco sposate con entrambi i mariti al fronte, non servono a fermare l'entusiasmo patriottico di Erminio, studente universitario a Cà Foscari e tenente dei Granatieri di Sardegna. Lui, gran bel ragazzo, miracolato dalla sorte poiché destinato a rappresentare l'arma nel picchetto d'onore al Milite Ignoto (Altare della Patria di Roma), sentendosi suo malgrado "imboscato", nei confronti dei suoi coscritti al fronte, decide di diventare operativo ed entra così volontario nel San Marco. Prima di morire, alcuni anni fa, consegna i "Diari di guerra" a suo fratello Iuccio il quale, refrattario ai ricordi di quel periodo, non ha mai voluto leggerli. Si tratta di quaderni sui quali, secondo l'usanza degli ufficiali di Marina, Erminio ha annotato la Campagna d'Africa giorno per giorno.
